L’Italia e la Turchia sono due entità geografiche che da tempo immemorabile hanno esercitato un’influenza importante sulla regione mediterranea. Basti pensare che entrambe le nazioni sono state sedi delle capitali storiche dell’Impero Romano. Di fronte all’attuale metamorfosi degli equilibri globali e la rinnovata centralità che viene ad assumere questo continente liquido, l’Italia deve ritrovare un ruolo protagonista a fianco della Turchia.
Con questo primo brainstorming si è avviato il 6 marzo scorso il programma 2012 dell’Associazione di Amicizia e Cooperazione Italia – Turchia dedicato al tema Politico Istituzionale, assolutamente centrale nel tradizionale dibattito culturale animato da Isiamed (Istituto Italiano per l’Asia ed il Mediterraneo), di cui è coordinatore regionale per la Sicilia il Console Generale onorario di Turchia Domenico Romeo, incaricato per i contatti istituzionali ed imprenditoriali con la Turchia.
Dopo il saluto da parte del Presidente Isiamed Sen Gian Guido Folloni, coordinatore dei lavori, e del Presidente dell’Associazione di Amicizia Italia – Turchia Sen Stefano De Lillo, i quali hanno ribadito con forza l’opportunità unitamente alla Repubblica di Turchia, ognuno per le proprie rispettive acquisite professionalità mirate ed integrate la determinazione di agire in sinergia e con strategie comuni per raggiungere l’obiettivo primario che è la pianificazione della imprenditoria sana produttiva ed innovativa sul territorio dell’area del mediterraneo e garantire stabilità, equità, sistema economico mirato ed equilibrato per tutti i Paesi che si affacciano nel Mar mediterraneo, mare e frontiera di pace.
Il primo intervento è stato quello dell’Ambasciatore di Turchia in Italia S.E. Hakki AKIL, Presidente onorario dell’associazione di amicizia Italia-Turchia il quale nel ringraziare Isiamed per avere organizzato questo illuminato convegno e giornata di studi strategici dal tema “L’Italia e la Turchia protagoniste della nuova Geopolitica tra Europa e regione Mediterranea” , ha confermato chela Turchia intende assieme all’Italia per i secolari rapporti di amicizia e rispetto reciproco dei popoli proporsi come Paesi protagonisti del Mar Mediterraneo integrato con l’Europa a 27 e con l’augurio che quanto primala Repubblica di Turchia ne faccia parte a pieno titolo. È stato messo anche in evidenza la multi-culturalità, la multi-razzialità e la multi-religiosità principalmente dell’ Italia cattolica tollerante e l’accettazione dell’Islamismo che convive con la cattolicità trapiantata ed accettata nella Repubblica di Turchia.
Questo tema è stato brillantemente affrontato e sviscerato da Padre Alberto Ambrosio OP, domenicano e studioso di islam e Storia della Turchia che da 10 anni vive in Turchia, il quale per il suo ministero ed impegno ha confermato la necessita della tolleranza e condivisione della convivenza. Si è pronunziato che, per affrontare la tematica dell’Islam, bisogna studiarla approfondirla e conoscerla.
L’intervento del dott. Giancarlo Lanna, Presidente del SIMEST, è stato molto significativo sotto l’aspetto imprenditoriale, affermando che Simest sarà a fianco delle imprese per assicurare il necessario supporto conoscitivo ed economico a fronte di possibili investimenti da parte di imprenditori in questo Paese strategico del Mediterraneo che sta facendo registrare un forte incremento di Pil ed un interesse di investitori stranieri che riscontrano nella Turchia un Paese, democraticamente organizzato, sicuro e con una percentuale di forza lavoro giovane e professionale.
Di grande spessore anche l’intervento del prof. Daniele Lazzeri, Presidente del Think-tank di Geopolitica ed economia internazionale “il Nodo di Gordio, il quale ha ribadito le strategie estere che il Governo Turco sta portando avanti tramite il ministro degli Esteri, prof. Ahmet Davutoglu, sintetizzato dallo slogan “Zero Problemi con i vicini” e, dichiarando che Ankara intende assumere un ruolo attivo nelle questioni che riguardano il Mediterraneo allargato.La Turchiapertanto secondo il ministro non ha alcuna possibilità di essere marginalizzata quale nazione periferica e non può essere considerata come una mera appendice geografica dell’Unione Europea e dell’Asia e nemmeno come avamposto della NATO nella’area mediorientale. È, al contrario, l’epicentro dei Balcani, del Medio Oriente e del Caucaso e, più in generale, il cuore dell’Eurasia, il collante che dal Mediterraneo conduce fino al Pacifico.
Oggi la Turchia con il suo PIL in continua crescita ha un reddito pro-capite più alto di quello di Cina, India, Brasile, Russia. La Turchia, a parte la grossa potenzialità nel settore agroalimentare, può contare, oggi su un sistema industriale decisamente moderno con tecnologie sempre più competitive. Industrie che spaziano e si affermano in differenti settori, in modo che il Paese, a differenza di altri Paesi, non sia strettamente dipendente dall’oscillazione del prezzo del gas e del petrolio. Il commercio con l’Europa e con l’Italia si intensifica, acquistando la Turchia macchinari e non solo prodotti finiti. In questo modo l’industria interna cresce continuando ad investire in tecnologie e ricerca. Attraverso joint-venture inoltre riesce ad approdare in nuovi mercati ed a produrre prodotti sempre più all’avanguardia.
Sostenuta da idonee strategie la Turchia guarda oggi al domani per ricoprire sempre un ruolo più importante nello scacchiere internazionale. Molto apprezzato e significativo anche l’intervento del prof. Ermanno Visintainer, presidente del Centro Studi “Vox Populi” il quale nella sua relazione “Italia- Turchia: comune destino di peacemaker nel Mediterraneo”, ha richiamato brillantemente quanto il Primo ministro Recep Tayyip Erdogan, in occasione del suo discorso inaugurale per Istanbul 2010, Capitale della Cultura Europea, in un suo componimento giovanile aveva scritto: “Quando un tempo l’Europa annaspava tra stagni di ignoranza, eri tu razza mia, padrona di sapienti che una vivente scienza dominavano. Perché oggi l’Europa deve lanciarti le sue sfide ?”
Uno slogan e concetti poco irenistici, ma che dimostrano sia la determinazione della Turchia di appartenere alla storia dell’Europa per il ruolo posseduto dalla cultura turca nella fondazione della civiltà umana. Lo stesso Mustafa Kemal Ataturk il 20 aprile 1931 pronunziò la fatidica frase “Pace in Patria e Pace nel Mondo”, oggi riformulata anche dal Ministro degli Esteri prof. Davutoglu “Zero problemi con i vicini” la Turchia ha preso coscienza del suo ruolo nel Mediterraneo. Nel bacino del mediterraneo, Turchia ed Italia hanno ospitato le capitali storiche dell’Impero Romano, quindi la Tradizione romana che, sulla base dei principi del diritto, ha avuto un ruolo essenziale nella costituzione d’Europa. Italia e Turchia rappresentano due Paesi e due forze regionali che condividono interessi e valori comuni, le loro relazioni nell’ambito del bacino del Mediterraneo portano altresì una dimensione strategica comune.
In base all’attuale metamorfosi degli equilibri globali, l’Italia ela Turchia per la loro importanza devono ritrovare il loro ruolo di protagoniste. Le collaborazioni fra Italia e Turchia in tutti i campi a partire da quello economico, militare e di sostegno nelle missioni umanitarie devono continuare ad estendersi a tutti campi ed in particolar modo a quello della sicurezza ed alla lotta al terrorismo, cosi come è stato fortemente evidenziato in incontri bilaterali che si sono tenuti in Italia ed in Turchia dai Ministri interessati.
Con grande stile, etica e competenza è intervenuta la professoressa Maria Amata Garito, Rettore dell’Università Telematica Uni Nettuno di Roma, che ha informato i presenti della consistente collaborazione che oggi esiste tra la sua Università con molte università Turche, ed in particolar modo conla Anatolia University, alla pari di quanto gia è in atto tra molte Università italiane ed Università Turche con scambio di docenti e di studenti. In Turchia oggi esistono 140 Università molte delle quali arricchite da numerosi e qualificati studenti e relative diversificate facoltà. In molte università le lezioni sono tenute in lingua Inglese questo per dare agli studenti la possibilità di un loro immediato inserimento oltre che nel mondo le lavoro anche in campo internazionale. Nel campo universitario la Turchia può competere come protagonista con le più grandi culture orientali ed occidentali del mondo.
La classe docente ha professori di elevato spessore professionale, anche per l’elevato bagaglio culturale conquistato sul campo che viene molto apprezzata dai colleghi italiani ed Europei. Anche per la culturala Turchia rappresenta un Paese Leader che intende proiettarsi in Europea ed nel Mondo per portare il proprio contributo di conoscenze e collaborazione.
Le conclusioni di questo importante convegno sono state egregiamente sviluppate dal presidente onorario dell’associazione, S.E. Carlo Marsili, già ambasciatore d’Italia in Turchia per oltre 7 anni, grande amico e conoscitore del popolo turco.La Sua breve e concisa relazione ha messo in buon ordine ogni punto abilmente toccato dai relatori ed il suo amore, come italiano, verso questo Paese ha messo ancora in risalto il grande riconoscimento ed apprezzamento che gli italiani riservano alla Turchia.
La Turchia dal canto suo, ha guardato sempre all’Italia come un Paese amico con il quale intende collaborare e lottare per una stabilizzazione economica non solo delle rispettive economie, ma anche per cercare di dare un contributo di crescita economica e culturale e di libertà ai quei Paesi, specialmente quelli della sponda sud del Mediterraneo, che oggi stanno subendo una grande crisi concatenata ai passati regimi dittatoriali che li hanno coinvolti.
Domenico Coco